Oggi io cammino
senza piangere più
e non importa, non mi importa
che l’anima non abbia nulla di suo,
nemmeno più il dolore:
Domani, Antonia Pozzi, Vita mia cara, Interno Poesia
Il consiglio che ho ricevuto più spesso (e che ho dato anche) è stato di “prendere le cose una alla volta” quando mi sono trovata (oppure qualcuno a me caro si trovava) davanti a una difficoltà, lutto, perdita.
Ho perso X.
Ma come si perde qualcuno? Nei ricordi del passato di sicuro è lì. Nei tratti del volto si possono trovare somiglianze. Nel futuro no.
Si perde il futuro.
Non so se ti è mai capitato di leggere o vedere qualcosa che avrebbe fatto felice qualcuno che amavi ma non c’era più. Oppure trovarti d’improvviso col telefono in mano a comporre un numero al quale nessuno risponderà. Non utilizzare più un oggetto perché il ricordo che dà è troppo intenso.
Un paradosso trovarsi davanti a un’assenza che sprigiona una forza che in presenza, era scontata.
nel blog
Il numero nuovo a tema assenza è online.
Nel mio editoriale traccio una linea tra esserci e non esserci. Un’assenza data dal ricordo o ricolma grazie alle abitudini.
Angela Angelastro nel suo racconto ci parla di una assenza che è un dimenticare, di vivere e di amare.
Simone Esposito nel suo articolo ci porta davanti a un vuoto e cerca di trovare una strada tra rimorso e paura.
Silvia Tebaldi con la sua poesia in tre movimenti ci fa viaggiare, confusi da parole, perdita di sensi e imperativi.
Le tre poesie di Carolina Piazzoli sono un continuo mutare, una trasformazione della materia in un offuscamento dei sensi.
Francesca Romana Belli ci spiega la sua Imagerie ricca di emozioni.
Alla realizzazione del numero hanno collaborato anche Elisabetta Carbone e Carmela Fabbricatore.
novità
Federica Scaltriti inaugura la sua rubrica “D’istanti. Tre fotogrammi d’assenza.”
Nella rubrica troverete tre suggerimenti di approfondimento legati al tema proposto: un libro, un film e una canzone. Grazie Federica!
Per conoscerla meglio le ho chiesto di raccontarci cosa significa cultura per lei; ecco la sua risposta:
La parola cultura, deriva dal latino e significa coltivare. È l’insieme delle conoscenze intellettuali che una persona, attraverso studio ed esperienza acquisisce e rielabora con approccio critico e sguardo personale, facendo del proprio essere un unicum.1
Attraverso la cultura ho costruito il mio senso etico, estetico e spirituale: mi nutre di sogni e bellezza. La cultura è un balsamo lenitivo per le ferite dell'animo e grazie a lei daremo sempre senso e significato alle nostre esistenze.
curiosità
Le poetesse di questo numero hanno delle immagini che stanno loro a cuore e che vorrebbero collegare ai loro poemi.
Per Silvia Tebaldi c’è la foto del manoscritto: ho trovato bellissimo poter osservare come ha immaginato la sua poesia.
Per Carolina Piazzoli c’è invece uno scatto che ha fatto lei e che accompagna il mutare dei suoi testi.
Tigre nelle giungla dei pensieri sparsi
non riuscivi a dirmi quanto detestassi
non poterti alzare la mattina a prepararmi
quello stramaledetto caffè.Polvere da sparo, Gaudiano, Sanremo compilation 2021
saluti
Il prossimo numero uscirà a fine Giugno e il tema sarà: stanchezza/burnout, ma non dimenticare che a fine Maggio esce la newsletter con gli extra!
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A presto.
Pamela